Come fare dropshipping: cose da sapere per iniziare

Il dropshipping è un modello di vendita online molto diffuso, con una popolarità cresciuta costantemente negli ultimi anni. Non deve stupire, quindi, che siano sempre più numerosi quanti si chiedono come iniziare con il dropshipping.

Un argomento scottante, questo, sia perché non esiste un unico percorso per avviare la propria attività in dropshipping, sia perché contrastanti sono anche le opinioni riguardo la convenienza di questo sistema.

Per alcuni, è il miglior modello di vendita online; per altri, è diventato ormai svantaggioso. Nei prossimi paragrafi farò luce su questi aspetti, analizzando i vantaggi e gli svantaggi del dropshipping, paragonandolo ad altri modelli di business, come la vendita dei prodotti digitali.

Questa, infatti, è una delle più grandi novità nel mondo delle vendite online: garantisce ampi margini di guadagno ed è adatta a tutti, anche ai principianti assoluti. Se vuoi saperne di più, dai un’occhiata alla mia lezione gratuita.

Cos’è il dropshipping

Il dropshipping è un modello di business diventato molto popolare nell’ultimo decennio, grazie anche alla sua capacità di adattarsi perfettamente al sistema delle vendite online.

Nel dropshipping avviene un particolare tipo di vendita al dettaglio: il cliente acquista il prodotto da un fornitore, ma anziché relazionarsi con questo, si interfaccia con un intermediario, il dropshipper.

Il droshipper, quindi, si occupa della parte relativa al marketing e alla promozione del prodotto, conclude il processo di vendita con il cliente e inoltra poi l’ordine al fornitore, che possiede fisicamente l’oggetto acquistato nei propri magazzini e che lo spedisce direttamente a casa dell’acquirente.

Questo sistema presenta dei vantaggi per tutte le parti in gioco: il cliente può godere del supporto di un intermediario, utile soprattutto nel caso si tratti di prodotti provenienti dall’estero (e dalle regioni asiatiche, in particolare); il droshipper guadagna una certa percentuale sul prezzo di vendita, senza doversi fare carico degli oneri legati allo stoccaggio e alla spedizione dei prodotti; il produttore/fornitore può raggiungere più mercati e più clienti grazie a intermediari sparsi in giro per il mondo.

Come funziona il dropshipping

Ora che sappiamo che cos’è il dropshipping, è il momento di soffermarci più nel dettaglio su come funziona.

Abbiamo già visto che le parti in gioco sono tre, ovvero cliente, fornitore e dropshipper. Proprio su quest’ultima figura deve concentrarsi la nostra attenzione, dal momento che fare dropshipping significa, essenzialmente, diventare un dropshipper.

Chi ricopre questo ruolo offre la sua mediazione tra chi acquista e chi vende. La sua mansione è quella tipica dei venditori, ma il sistema del dropshipping la rende, per molti versi, di più facile gestione e meno rischiosa.

Se un venditore tradizionale deve, prima di vendere, acquistare della merce, e quindi investire una parte considerevole del suo budget nell’allestimento del magazzino, un dropshipper non deve assolutamente preoccuparsi di questo.

Come abbiamo accennato prima, il dropshipper non possiede fisicamente i prodotti, che non lasciano mai i magazzini del fornitore se non al momento dell’evasione dell’ordine.

Detto in parole povere, il dropshipper non ha mai tra le mani, fisicamente, i prodotti che vende, né deve preoccuparsi di trovare lo spazio e il modo per conservarli al meglio, evitando che si danneggino o che vengano rubati.

Si annullano anche i pericoli legati ai prodotti invenduti: non dovendo acquistare la merce prima di rivenderla, il dropshipper non mette in gioco il suo capitale, e non corre il rischio di ritrovarsi con i magazzini pieni di merce già pagata, ma che non riesce a vendere.

In questo modo può concentrarsi solo su alcuni aspetti del processo di vendita, come quelli legati al marketing e alla creazione del portale online dove mettere in vendita i prodotti.

Deve soltanto aprire un ecommerce, promuovere i prodotti che intende vendere in dropshipping (impostando delle buone campagne pubblicitarie) e monitorare il suo sistema di vendita, relazionandosi con clienti e fornitori.

Come iniziare a fare dropshipping partendo da zero

I rischi d’impresa minimi e il basso capitale iniziale richiesto rendono il dropshipping un business adatto anche a chi parte da zero.

Per ritagliarsi uno spazio in questo mondo è sufficiente seguire pochi e semplici passaggi, che puoi leggere qui di seguito.

Scelta nicchia

Prima ancora di scegliere quali prodotti vendere, è importante scegliere la nicchia che si vuole andare ad occupare.

Con il termine nicchia, nel mondo del marketing, ci si riferisce ad una piccola porzione del mercato, ovvero alla parte di un determinato settore che include al suo interno i potenziali acquirenti (target) che possono essere interessati ad una certa categoria di prodotti.

Può essere una nicchia, ad esempio, quella dei prodotti di bellezza per il viso: al suo interno troveremo le persone che più possono essere predisposte all’acquisto di, ad esempio, cremi idratanti o antirughe, creme solari, maschere rivitalizzanti.

Individuare la nicchia significa non solo capire qual è il pubblico a cui ci si intende rivolgere, ma anche quali sono le sue richieste e i problemi che intende risolvere, e per i quali è disposto a spendere cifre più o meno importanti.

Tutte queste indicazioni sono poi funzionali alla scelta dei prodotti da vendere, ma anche alla selezione dei canali di vendita e all’impostazione delle campagne di marketing.

Inserirsi in una nicchia specifica aiuta, inoltre, ad aver ben chiaro anche come si compone la concorrenza, sia per imitarne i punti di successo, sia per individuarne quelli di debolezza.

Ad orientare la scelta della nicchia possono essere fattori come le passioni e predisposizioni individuali (se sono appassionato di pesca, avrò probabilmente più successo nel vendere prodotti destinati alla pesca che non cosmetici, conoscendo già il target e le sue necessità), ma anche i trend di mercato.

Gran parte dei prodotti, infatti, è caratterizzata da una certa stagionalità: questo significa che in determinati momenti sono più rivendibili che in altri, e individuare queste fluttuazioni è importante per massimizzare i profitti.

I fornitori

A questo punto è il momento di scegliere i fornitori, ovvero le aziende che forniranno fisicamente il prodotto e che si faranno carico dell’imballaggio e della spedizione dell’ordine.

Le strade che si possono seguire sono due, e l’una non esclude l’altra. Si può optare per piattaforme di dropshipping, ovvero dei portali che mettono in contatto i fornitori con i dropshipper, creando spesso dei veri e propri pacchetti di prodotti facili da integrare nella propria offerta.

È possibile anche rivolgersi personalmente a singoli produttori che hanno un piano riservato ai dropshipping, e che cioè sono sempre in cerca di nuovi dropshipper con cui collaborare per espandere il proprio giro d’affari.

In entrambi i casi è bene, prima di avviare una partnership, valutare attentamente le condizioni imposte dal fornitore o dalla piattaforma, così da non avere spiacevoli sorprese.

Particolare attenzione va posta all’analisi di eventuali commissioni o maggiorazioni sui costi (legati, per esempio, alle spedizioni) e alla presenza di clausole di esclusività nella collaborazione.

Ideale sarebbe anche individuare quei fornitori che più degli altri si distinguono per la bontà del loro servizio assistenza, per la capacità di evadere e spedire rapidamente gli ordini e per la serietà con cui affrontano eventuali problemi legati al post vendita.

Spedizioni e logistica

Il dropshipping prevede che sia il fornitore a farsi carico della spedizione e della logistica dei prodotti. Queste due fasi, però, richiedono comunque l’intervento del dropshipper.

Soprattutto se si lavora con prodotti provenienti da più fornitori (e da più paesi), è indispensabile capire come gestire al meglio la differenza tra i costi di spedizione applicati, così come quella relativa ai tempi necessari affinché il pacchetto arrivi a casa del cliente.

Quest’operazione è, in effetti, una delle più complesse di cui si fa carico il dropshipper. Non sempre è facile riuscire a creare un sistema capace di automatizzare il processo: in questo caso, l’aspetto più importante è evitare di fornire al cliente informazioni sbagliate, che potrebbero dar vita a lamentele o, addirittura, ad azioni legali nei casi più estremi.

eCommerce ed attività di marketing

La vendita vera e propria dei prodotti in dropshipping avviene attraverso l’eCommerce del dropshipper, che è il vero e proprio canale di mediazione tra l’acquirente e il fornitore.

A ben vedere, sono proprio l’eCommerce e l’attività di marketing i due momenti in cui il dropshipper apre le porte al grande pubblico e dimostra di avere tutte le carte in regola per battere la concorrenza.

È importante, per questo, realizzare un eCommerce che sia reattivo e piacevole da utilizzare, così da garantire un’ottima esperienza utente e riuscire a convertire quanti più visitatori possibile in clienti paganti. A tal scopo, è molto consigliato anche optare per un corso eCommerce online, al fine di apprendere le principali strategie per mettere in piedi un portale di vendita di successo.

Non meno importante sono il marketing e la promozione: il dropshipper deve saper sfruttare tutti i principali canali del momento (social, email, advertisement) per raggiungere quante più persone possibile, intercettare il proprio target di riferimento e indirizzarlo verso i suoi prodotti in vendita.

Questioni legali

Gli aspetti burocratici legati alle vendite in dropshipping non sono diversi da quelli degli altri sistemi di vendita online.

Anche in questo caso, gli oneri e le pratiche fiscali sono minori rispetto alla vendita fisica dei prodotti (cioè, all’apertura di un negozio vero e proprio), ma vanno comunque rispettati per evitare problemi con la legge.

È innanzitutto indispensabile aprire partita IVA, scegliendo il codice ATECO più adatto alla propria attività di vendita: in questa fase è di grande aiuto il supporto di un buon commercialista.

Grazie alla nuova Comunicazione Unica d’Impresa, e poi possibile evadere con un’unica pratica praticamente tutti gli altri adempimenti richiesti.

Non bisogna poi trascurare le imposizioni che la legge, italiana ed europea, applica in materia di dati e privacy agli eCommerce e ai siti web in generale, come la Cookie Policy e la Privacy Policy, e le Condizioni Generali di Vendita.

Perché iniziare a fare dropshipping oggi potrebbe non essere una buona idea

Il dropshipping offre tanti vantaggi, ma tanti sono anche i motivi che oggi potrebbero rendere una cattiva idea avviare un business di questo tipo.

Proprio la facilità di avvio e i bassi costi iniziali hanno fatto in modo che, negli ultimi anni, ci sia stato un vero e proprio boom di store online che vendono in dropshipping.

La concorrenza è aumentata in maniera esponenziale, mentre la quantità di prodotti disponibili (e, soprattutto, potenzialmente di successo) non è cresciuta allo stesso ritmo.

Il risultato è che oggi, in molti segmento del mercato, c’è un vero e proprio sovraffollamento: migliaia di venditori provano a piazzare lo stesso prodotto, facendosi guerra l’un l’altro, in una lotta fratricida che riduce notevolmente i guadagni di tutti.

Questi, del resto, sono già di per sé bassi rispetti ad altri modelli di vendita. I margini di profitto su ogni prodotto venduto in dropshipping, infatti, sono piuttosto bassi: al prezzo di vendita finale (quanto cioè viene pagato dal cliente) vanno sottratti non solo i costi di realizzazione e spedizione del prodotto, ma anche il guadagno del fornitore.

Al dropshipper non resta che una minima percentuale, ulteriormente ridotta dalle pressioni della concorrenza che, come sempre accade, spinge i venditori a lanciarsi in una gara al ribasso.

Con il dropshipping è molto difficile generare entrate elevate senza volumi di vendita elevati.

Logistica e assistenza clienti

Altri svantaggi sono poi legati alla logistica: se è vero che il dropshipper è liberato da tutte le difficoltà legate allo stoccaggio e alla spedizione dei prodotti, è altrettanto vero che i problemi delle vendite online non si esauriscono qui.

Il fatto di non possedere fisicamente la merce in un proprio magazzino ha l’effetto indesiderato di rendere estremamente complessa la gestione dell’inventario, dovendosi ogni volta interfacciare con più fornitori per capire qual è l’effettiva disponibilità del prodotto.

In caso di problemi post vendita, inoltre, il cliente cerca assistenza proprio dal dropshipper, che del resto è l’unica figura con cui si è interfacciata durante il processo di acquisto.

Anche questa è una situazione non sempre facile da gestire: coordinare il proprio operato con quello dei fornitori per resi ed eventuale garanzie può diventare un incubo, soprattutto se si tratta di produttori stanziati in paesi, come la Cina, dove le norme riguardo la tutela dei consumatori sono senza dubbio meno stringenti rispetto all’Italia e ai paesi dell’Unione Europea.

Non è difficile incappare in problemi legali di questo tipo, come anche bisogna fare attenzione ad eventuali certificazioni sui prodotti richiesti dalle leggi italiane, ma che i fornitori esteri non sempre possono fornire.

Tutti questi motivi rendono il dropshipping un sistema sì interessante, ma non privo di insidie. Altri modelli di vendita online, come quella relativa ai prodotti digitali, hanno sicuramente meno rischi e possibilità di guadagno maggiori.

La vendita online di prodotti digitali

Prima di approfondire il discorso sulla vendita online dei prodotti digitali, è bene spendere qualche parola su che cos’è un prodotto digitale.

Sotto questo nome rientrano i prodotti non fisici, ovvero non dotati di un corpo fisico, ma che possono essere scambiati e venduti come file digitale.

Un prodotto digitale può essere una foto, un eBook, ma anche un intero corso; sono prodotti digitali anche quei servizi che possono essere forniti tramite internet, quali ad esempio le consulenze o le attività svolte in veste di freelancer.

Il mercato dei prodotti digitali è cresciuto enormemente negli ultimi anni. Superata l’idea sbagliata del “tutto gratis”, tipica dell’internet dei primi anni 2000, si è ora giunti ad una situazione in cui milioni di potenziali clienti sono pronti a spendere cifre anche elevate per acquistare prodotti digitali di qualità.

In ogni settore la richiesta verso questo tipo di prodotti è veramente elevata, anche perché di norma vanno a coprire richieste ed esigenze che non vengono soddisfatte dalle alternative tradizionali.

Basti pensare agli infoprodotti legati alla formazione e alla crescita personale e professionale: in molti ambiti solo i prodotti digitali riescono ad essere sufficientemente aggiornati e al passo coi tempi, a differenza dei sistemi di studio tradizionali (libri, manuali, corsi accademici) che hanno il limite intrinseco di non poter essere aggiornati in tempi brevi.

Perché i prodotti digitali sono una scelta vincente

La vendita dei prodotti digitali è una scelta vincente per molte ragioni. Offre tutti i vantaggi del dropshipping, ma nessuno dei suoi svantaggi.

Anche in questo caso, infatti, siamo davanti ad un business facile da avviare, anche da principianti e con un budget molto ridotto.

Il fatto che i prodotti digitali esistano puramente come file, e non come merce fisica, azzera tutti i problemi legati allo stoccaggio, al trasporto e alla spedizione. Un prodotto digitale può essere salvato su qualsiasi supporto locale o in rete: non è necessario alcun tipo di magazzino e, trattandosi di copie infinitamente replicabili, non è necessario neppure avere un vero e proprio inventario.

Tutta la logistica legata alla vendita del prodotto è incredibilmente semplificata. Non ci sono fornitori di cui tener conto, a differenza di quanto accade invece con il dropshipping, che obbliga invece a intrattenere costanti rapporti con i produttori e le loro richieste.

Molto più semplice, com’è facile intuire, è anche l’assistenza post vendita: innanzitutto, i prodotti digitali danno molti meno problemi rispetto a quelli fisici (non essendoci, ad esempio, vere e proprie possibilità di danneggiamento o malfunzionamento).

Inoltre, anche nel caso in cui si debba rapportare con clienti particolarmente esigenti e ostinati, è sempre facile trovare una soluzione al problema, che sia il classico rimborso o uno sconto su un nuovo acquisto.

La vendita dei prodotti digitali è resa ancora più interessante dai nuovi sistemi basati sull’intelligenza artificiale, di cui ti parlerò meglio nel prossimo paragrafo.

Per ora ti basta sapere che grazie alle AI chiunque, anche se non ha alcun talento o competenza specifica, può creare i propri prodotti digitali personalizzati e iniziare a venderli guadagnando cifre astronomiche.

I bassissimi di costi di gestione e l’assenza di fornitori, infatti, a garantiscono a questo business margini di guadagno ampissimi.

Prodotti digitali e intelligenza artificiale

Creare un prodotto digitale è indubbiamente più semplice che creare un prodotto fisico: tutto quello di cui si ha bisogno è un computer o, in alcuni casi, un semplice smartphone.

Qualcuno potrebbe obiettare che a servire sono però anche alcune competenze, che variano in base al tipo di prodotto che si intende creare: saper scrivere dei testi, ad esempio, nel caso in cui si voglia realizzare un eBook; saper realizzare immagini in digital art, saper scattare foto, saper parlare davanti ad una telecamera.

Tutto questo poteva essere vero fino a pochissimo tempo fa: l’apertura al grande pubblico dei sistemi basati sull’intelligenza artificiale, infatti, ha dato il via ad una vera e propria rivoluzione della creazione dei contenuti digitali, rendendola accessibile anche alle persone comuni che non hanno particolari competenze artistiche, tecniche o informatiche.

L’esempio che più di ogni altro permette di capire questo straordinario cambiamento è quello che riguarda la creazione degli eBook e, in genere, la generazione di contenuti testuali.

Se prima era necessario affidarsi ad un copywriter esperto a cui commissionare il lavoro, oggi in molti casi già sistemi AI come ChatGPT permettono di ottenere in pochi secondi corretti e pronti all’uso, anche in modo gratuito.

Ovviamente, un chatbot come ChatGPT non può mai sostituire al 100% un professionista umano, ma in molti casi i contenuti che produce sono perfetti per l’uso che se ne intende fare, sia così come sono, sia se da sottoporre ad una veloce revisione.

Un sistema simile permette a chiunque di realizzare velocemente un eBook per poi rivenderlo: con tool simili si possono generare, grazie all’intelligenza artificiale, anche immagini, suoni, o intere clip video già dotate di voice over e sottotitoli.

Conclusioni

Il dropshipping ha permesso a molte persone di avvicinarsi al mondo delle vendite online, anche se non disponevano di un capitale iniziale elevato o di particolari competenze pregresse.

Ancora oggi continua ad essere un buon modello di business, ma non esente da difetti: l’enorme concorrenza creatasi rende difficile ritagliarsi una fetta di mercato e, soprattutto, generare entrate apprezzabili.

Modelli di vendita più innovativi, come quelli riguardanti i prodotti digitali, sono senza dubbio preferibili, viste le enormi possibilità di crescita e guadagno che offrono.

Domande frequenti su come fare dropshipping

Come si comincia a fare dropshipping?

Per iniziare a fare dropshipping è necessario individuare una nicchia del mercato, uno o più prodotti vincenti e i relativi fornitori che possano gestire la quantità di ordini da inoltrare loro attraverso il proprio canale di vendita.

Quanti soldi ci vogliono per iniziare a fare dropshipping?

I costi di avvio di un business basato sul dropshipping sono bassi: anche nel caso di sistemi più complessi questi sono nell’ordine delle migliaia di euro.

Quanto si guadagna con il drop shipping?

Sebben il dropshipping prometta guadagni potenzialmente illimitati, questa prospettiva si scontra con la realtà di una forte concorrenza e di bassi margini di profitto sui prodotti venduti con questo sistema.

Quali sono i rischi del dropshipping?

I rischi principali del dropshipping sono quelli legati all’elevata concorrenza, che può ridurre di molto i guadagni facendosi coinvolgere in corse al ribasso, e alla difficoltà di mediare tra fornitori e clienti per fornire assistenza in caso di problemi con i prodotti.

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